La dentellatura a pettine

La dentellatura a pettine è ottenuta grazie ad un perforatore la cui forma ricorda proprio quella del pettine per i capelli: esso perfora una fila alla volta dentellando ciascun francobollo di essa su tre lati contemporaneamente. Il quarto viene delineato con la battuta successiva assieme agli altri due della fila adiacente.
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Storia della Posta Prioritaria

Intorno alla metà degli anni ’90 veniva concepita da Poste Italiane l’idea di una spedizione postale ultra-rapida. Già alla fine del 1997 si cominciò a sperimentare un servizio in grado di recapitare la corrispondenza entro 24 ore dalla sua effettiva spedizione: il “Corriere Prioritario” (questo il nome provvisorio del servizio che stava nascendo) prometteva di recapitare in appena 12 ore entro i confini della provincia ed in massimo 17 nelle città di capoluogo.
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La filigrana Ruota Alata del III tipo

Quella del terzo tipo è, in ordine cronologico, l’ultima varietà di filigrana Ruota Alata a comparire tra i francobolli italiani. Venne prodotta a partire dal 1952 e rimase in uso fino a che, nel 1955, venne sostituita dalla filigrana “Stelle”.
A differenza delle altre due omonime filigrane del I e II tipo, questa veniva realizzata mediante la lavorazione “in tondo”, ovvero su di un tamburo rotante di forma cilindrica sulla cui superficie era cucita la sagoma della filigrana stessa. Proprio grazie a questo metodo, la ruota presenta in questo caso i contorni molto più nitidi e marcati, con tanto di dettagli chiari quali i raggi ed il piumaggio dell’ala.
Non solo, è l’unica ruota delle tre ad essere pressochè perfettamente circolare.
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Le due emissioni per i diciottenni

Fin dal lontano 1961, anno di emissione del celeberrimo Gronchi Rosa, le quotazioni di tutti i bolli emessi dalle Poste Italiane non hanno mai, di fatto, superato il valore facciale dei francobolli stessi.
Ciò ha sortito l’effetto di allontanare sempre più gli investitori dal mercato della filatelia, i quali col passare degli anni si sono resi conto che non soltanto i valori acquistati non fruttavano alcunchè, ma soprattutto che, essendo la loro quotazione legata esclusivamente al prezzo facciale (nominale), questi si svalutavano a tempo di record con l’incalzare dell’inflazione.
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Jean De Sperati, il più abile falsario di tutti i tempi

Risponde al nome di Jean De Sperati l’uomo ad oggi riconosciuto come il più abile falsificatore di rarità filateliche che sia mai esistito. Si è guadagnato la sua fama grazie a delle imitazioni talmente accurate da ingannare l’occhio dei più rinomati esperti del suo tempo, al punto che si ritiene tutt’oggi che numerose sue contraffazioni possano latitare tra le più importanti collezioni del mondo.
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La filigrana Ruota Alata del II tipo

La Ruota Alata del II tipo fu prodotta a partire dal 1946. Veniva realizzata “in piano”, per cui impressa tramite pressione su carta umida da una bobina, sulla quale era cucita una fitta trama da 44 ruote per ogni riga, per un totale di 90 centimetri di larghezza.
La cucitura della bobina stessa presentava un tappeto di piccole ruote completamente uniforme, senza interruzioni o diciture interposte tra di esse.
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La filigrana Ruota Alata del I tipo

La filigrana Ruota Alata del primo tipo fu prodotta a partire dal 1944 e cadde in disuso nel 1952, comparendo per la prima volta su un francobollo nel maggio 1945, impressa sul retro della serie Imperiale senza fasci, in periodo di Luogotenenza del Regno d’Italia.

Sostituva la vecchia coroncina, semplicemente rimpiazzandola nella banda della bobina di carta; inizialmente era conosciuta col nome di “Ruota della Fortuna”, o anche “lumachella” per l’aspetto che assume se guardata capovolta.
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La vita e la morte del Gronchi Rosa

Il termine “Gronchi Rosa” è entrato nel linguaggio comune come un’espressione che indica qualcosa di molto raro e prezioso. Si deve questa accezione al prestigio che, in maniera molto maggiore di ogni altro esemplare filatelico italiano, esso si è guadagnato nel tempo.

Spesso la notorietà e la rarità di un francobollo sono strettamente collegate tra loro; non è esattamente il caso del Gronchi Rosa, il quale più che alla sua scarsa reperibilità deve il prestigio alla vicenda che lo vide dapprima concepire e poi, in men che non si dica, scomparire nel nulla.
Esso infatti vide la luce (nel senso di pubblicazione) la mattina del 3 aprile del 1961, per poi venire ritirato definitivamente dalla vendita negli uffici postali la sera del giorno stesso.
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