Pacchi Postali: storia del servizio

Il servizio fu istituito sperimentalmente dalle Poste tedesche nel 1875 per consentire l’invio di merci e oggetti anche in località non servite da Società ferroviarie, linee di navigazione e altri trasportatori privati, gli unici che se ne occupavano a quell’epoca in tutto il mondo. Nel 1878, al Congresso di Parigi che vide la nascita dell’UPU, il servizio fu introdotto a livello internazionale, mentre per l’interno ogni Paese poteva lasciarne la gestione ai privati (come fecero Francia e Gran Bretagna) o assumerla direttamente, come fece l’Italia dal 1º ottobre 1881.

Inizialmente, essendo previsti solo pacchi fino a 3 o 5 kg, era ammesso spedirne fino a tre con un unico bollettino allo stesso destinatario, purché fossero in pratica uno stesso pacco suddiviso. Per oltre 40 anni non venne imposta alcuna privativa su tale servizio; il monopolio di Stato fu stabilito solo dal 15 ottobre 1923 e soltanto sui pacchi fino a 20 kg. Dal 16.3.1925 vennero ammessi per via aerea e dal 1.9.1936 per espresso.

A causa della guerra, i pacchi aerei non furono più accettati dal 12.6.1940, mentre il peso massimo di quelli ordinari ed espressi venne limitato a 5 kg dal 1.12.1942, salvo per apparecchi ortopedici e protesi, ammessi fino a 10 kg. Con gli avvenimenti successivi all’armistizio, il servizio dei pacchi fu totalmente sospeso: solo nella Repubblica Sociale venne ripreso, soprattutto per l’invio di materiali ortopedici e sanitari e in funzione dei militari e degli italiani in Germania, ma senza servizi accessori. Il servizio venne poi riattivato fra il luglio e l’agosto 1946. Dal 1.1.1950 furono riammessi i pacchi aerei: oltre alla soprattassa aerea era richiesto obbligatoriamente il diritto di espresso.

Per l’affrancatura si usarono svariati sistemi: inizialmente si impiegavano semplici moduli e il bollo R.P.PAGATO; dal 1º gennaio 1884 entrarono in uso bollettini che viaggiavano separatamente dal pacco, affrancati con segnatasse e dal 1º luglio 1884 mediante speciali francobolli; dal 1º febbraio 1888 furono emessi i primi bollettini di spedizione con valore d’affrancatura, che andavano eventualmente integrati con normali francobolli; dal 1º luglio 1914 i francobolli da usare in questi casi furono di uno speciale tipo a due sezioni, da applicare a cavallo del bollettino e della sua ricevuta (un’esclusività italiana!); dal 1º agosto 1957 nel servizio interno entrarono in uso piccoli bollettini a targhetta in tre tipi – bianchi per pacchi ordinari, arancio per pacchi ordinari con assegno e verdi per pacchi valore – da allegare al pacco e da affrancare con gli speciali francobolli doppi e dal 1978 con normali francobolli; dal 1º gennaio 1983, dopo alcuni esperimenti, si impiegano bollettini a decalco in 4 parti – sempre in tre tipi e tre colori – che sono affrancati con normali francobolli e vengono allegati al pacco entro una tasca trasparente autoadesiva. Dal 1932 fu possibile utilizzare anche le affrancatrici meccaniche, con impronte rosse di tipo speciale, purché applicate su bollettini stampati dall’utilizzatore.

A differenza di San Marino, il Vaticano non seguì il sistema italiano dei francobolli doppi, ma utilizzò normali francobolli, anche se per qualche tempo appositamente soprastampati.

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